Perché ricordiamo tutti cosa stavamo facendo 20 anni fa?

Perché ricordiamo tutti cosa stavamo facendo 20 anni fa?

L’11 settembre 2001 è nella memoria di ognuno di noi. E’ uno di quei giorni che hanno fatto la storia, che, in maniera più o meno evidente, hanno cambiato per sempre le nostre vite.
Dall’attacco delle Torri Gemelle e del Pentagono ci siamo sentiti spaesati, in pericolo e molti aspetti della nostra quotidianità sono cambiati (basti pensare ai controlli negli aeroporti).
Dopo l’11 settembre molte persone hanno sofferto di ansia, panico, forte stress, incubi notturni, per parecchi mesi.
Ancora oggi, ogni anno, ci si ricorda delle vittime dell’attentato, ci si chiede cosa possano aver provato le vittime, i passeggeri degli aerei, le persone che si trovavano dentro le torri, le persone che camminavano nelle strade di New York.
Ogni anno, ci si fa la stessa domanda: cosa stavi facendo l’11 settembre? Ed è una domanda alla quale tutti sappiamo rispondere con una certa sicurezza e precisione, anche a 20 anni di distanza.
Tale fenomeno è stato studiato già nel 1977 e ha un nome: flashbulb memory, letteralmente un flash di memoria, un ricordo fotografico di un preciso evento della nostra vita.

Flashbulb memory

Gli psicologi Roger Brown e James Kulik studiarono per la prima volta la flashbulb memory analizzando le reazioni delle persone a eventi traumatici come l’assassinio del Presidente Kennedy o di Martin Luther King. Secondo i due studiosi, eventi particolarmente stressanti attiverebbero una speciale memoria biologica, che consentirebbe di fissare i ricordi in maniera indelebile nella mente.
Eventi particolarmente stressanti e vissuti di tipo traumatico sono caratterizzati da una forte emotività, che tiene vivo nel nostro cervello sia il ricordo dell’evento in sé, sia le circostanze in cui ci trovavamo, il luogo nel quale eravamo, cosa stavamo facendo quel giorno, le emozioni che abbiamo provato, ecc.

Come si attiva la flashbulb memory?

Questo tipo di memoria così resistente al tempo si attiva solo in particolari circostanze.
L’evento deve accadere all’improvviso, generando quindi un alto livello di sorpresa, causare cambiamenti significativi nella quotidianità della persona e deve essere accompagnato da forti emozioni (Finkenauer et al., 1998).
Il parlarne spesso nel periodo successivo poi, consoliderebbe ulteriormente il ricordo, rendendolo così particolarmente vivo nel tempo.

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