La locanda (di Gialal ad-Din Rumi)

La locanda (di Gialal ad-Din Rumi)

Una poesia sulla gratitudine verso tutto ciò che arriva

E’ come una locanda l’essere umano
ogni mattina, qualcuno che arriva.

Gioia, tristezza, squallore,

rapidi e fuggevoli si presentano alla coscienza,

visitatori inattesi.

Accoglili di buon grado!

Anche se una folla di afflizioni

Irrompe impetuosa nella tua casa

Spazzando via ogni arredo,

onora ogni ospite.

Forse ti sta ripulendo

Per prepararti a un piacere nuovo.

Pensieri cupi, vergogna, risentimenti:

apri loro la tua porta ridendo,

invitali a entrare.

Ringrazia chiunque si presenti,

perché è una guida

che ti è stata mandata da lontano.


Questa famosa poesia di Rumi, poeta sufi del tredicesimo secolo, ci parla di come instaurare una relazione positiva con le emozioni che proviamo quotidianamente, soprattutto con quelle negative e indesiderate.

L’uomo è alla costante ricerca di emozioni positive, un fenomeno in crescita negli ultimi anni. Rinforzati dai Social, tendiamo infatti sempre di più a voler mostrare (agli altri, ancora prima che a noi stessi) una vita felice e soddisfacente, priva di problemi e difficoltà.
Così, puntando alla “perfezione”, siamo sempre meno abituati a convivere con sentimenti negativi. Tristezza, rabbia, paura, vergogna, sono solo alcune delle emozioni che cerchiamo di allontanare a tutti i costi dalle nostre giornate.

Rumi ci invita ad accoglierle con benevolenza, proprio come faremmo con un ospite che suona alla nostra porta. Questo implica accettarle, ascoltarle e viverle, lasciarle essere, il che non significa “rassegnarsi”, ma imparare a conoscerle, per meglio gestirle.

Ora, ci si chiede, perché mai dovrei accogliere qualcosa che mi fa stare male?
Semplicemente, perché una mancata disponibilità ad accettare la presenza di emozioni, sensazioni fisiche o pensieri negativi è il primo anello della catena mentale che porta alla ripetizione di vecchi schemi mentali, automatici e abituali, che spesso sono alla base della ricaduta.

Al contrario, se iniziamo a comportarci diversamente e proviamo a vivere intenzionalmente le esperienze indesiderate, ci accorgeremo ben presto di alcuni effetti benefici su molteplici fronti.
Per esempio, l’attenzione potrà essere più centrata nel momento presente, senza essere dirottata su pensieri o stati d’animo passeggeri.
Il nostro atteggiamento di base nei confronti delle emozioni negative

Per raggiungere questo obiettivo è importante modificare il modo in cui ci poniamo nei confronti dell’esperienza, dall’ “indisponibilità” all’ “apertura”, permettendo cosi di spezzare l’anello iniziale delle risposte condizionate abituali.
Ma come possiamo fare?

Un aiuto ci arriva dalla Mindfulness,che insegna aporre l’attenzione, in maniera non giudicante, al momento presente, assumendo un atteggiamento interiore di consapevolezza e benevolenza verso le sensazioni fisiche e le emozioni che lo accompagnano.
Certo non è semplice, anche perché non siamo abituati, ma con un po’ di costanza e impegno possiamo davvero imparare a gestire in maniera diversa le nostre emozioni.

BIBLIOGRAFIA

Rumi, The Guest House, in C. Barks e J. Moyne, The Essential Rumi, Harper, San Francisco 1995.

Segal Z. V., Williams J. M. G., Teasdale J. D., Mindfulness. Al di là del pensiero, attraverso il pensiero, Bollati Boringhieri 2014.